San Giovanni Battista, patrono di Genova

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San Giovanni Battista, patrono di Genova
La storia

Tra la fine dell’XI e l’inizio del XII sec. si verificano a Genova due eventi di grande rilievo: naque il Comune e i Genovesi parteciparono trionfalmente alla prima Crociata.

Genovesi, Baresi e Veneziani da tempo erano alla ricerca delle reliquie di San Nicola a Myra, in Asia minore; al ritorno dalla prima crociata, sotto la guida di Guglielmo Embriaco, i Genovesi sbarcarono in quei luoghi scoprendo di essere stati preceduti dai Baresi. Temendo un raggiro dei monaci scavarono comunque sotto l’Altare Maggiore e rinvenirono così le ceneri di San Giovanni Battista. L’arrivo delle Ceneri a Genova su tre vascelli nel 1098 fu un avvenimento memorabile per la città e, da quel momento, ancora oggi, venne rievocato tramite la suggestiva Sfilata del Corteo Storico in occasione della Regata delle Repubbliche Marinare (che si svolge ancora ogni anno, a rotazione nelle quattro città).

La devozione al Santo cominciò a farsi sempre più fervente e a riflettersi in molti campi: iniziarono a sorgere numerose cappelle pubbliche e private oltre che edicole sacre dedicate al Battista.
Alla fine del Duecento si istituì la Confraternita intitolata a San Giovanni, con il compito di accompagnare le reliquie al Molo in caso di tempesta in mare; nel 1327 la Repubblica proclamò il Santo Patrono di Genova, affiancandolo a San Giorgio e San Lorenzo, decretando una processione da tenersi ogni anno.


Già da prima dell’XI secolo si ha notizia di come sulle piazze principali di Genova e nei paesi di tutta la Liguria si accendessero enormi falò attorno ai quali schiamazzavano i popolani: erano queste tradizioni sopravvissute al paganesimo: il 24 Giugno celebravano la festa di "Fors Fortuna" e con i fuochi della notte del 23 si volevano allontanare gli spiriti maligni e le streghe che uscivano dai loro antri per danneggiare i raccolti e uccidere bestiame e uomini. La Chiesa continuò a condannare più volte tali rituali, ma vista l’impossibilità di cancellarli, decise la via “accomodante” di trasformare i falò in fuochi sacri e rievocativi dell’elogio di Cristo per il Battista: “Egli era lume ardente e illuminante” (Giov, V, 35).
Una grida del 1570 arrivò di conseguenza ad invitare i cittadini a festeggiare “con quella letizia che lo celebrarono i nostri antichi da tempo immemorabile”.
I fuochi diventarono poi motivo di festa e di convivio; ovunque vi fosse uno spazio, piazza Sarzano, Santa Maria di Castello, Principe, San Teodoro, e in tutte le alture, si innalzavano fiamme bruciando legna da ardere e roba vecchia, si ballava la “moresca” e si cuocevano cipolle e lumache. Dove non si potevano accendere falò, si appendevano lanternine di carta colorata con dentro lumini e si scoppiavano mortaretti, girandole, razzetti in un tripudio di luci e colori.

 

La Festa

Ancora oggi l’antica tradizione prosegue e la notte della vigilia della festa di San Giovanni la città si anima con giochi di strada, falò nelle piazze e fuochi d’artificio sul mare. Il 24 Giugno, alla presenza delle massime Autorità civili e religiose, di numerose Confraternite che sfilano con preziose vesti portando i pesanti crocifissi in mezzo alla folla, esce dalla Cattedrale la solenne e spettacolare Processione che si dirige al Porto Antico; qui il Cardinale benedice il mare con le Reliquie del Battista al suono delle sirene delle navi.

 

 

 Il Bugiardino dice...

Il giorno di San Giovanni raccogli i malli delle noci per fare il nocino e le erbe medicinali; la sera lascia fuori dalla finestra una bottiglia d´acqua senza tappo: al mattino con i tuoi familiari ne potrete bere un bicchiere ciascuno per benedizione; la notte stendi il bucato perchè prenda la rugiada e così sia preservato dai tarli. Non irrigare nè l´orto nè i campi.

La rugiada di San Giovanni ha il potere di rendere fertili le donne, guarisce la rogna e le malattie degli occhi, previene le rughe e i contagi.

In questa notte si accendono i falò di legna, vecchi mobili e rottami: nei quartieri e tra le frazioni si fa gara a chi accende il falò più duraturo e manda più alto le fiamme.