Bonsai:anche loro hanno freddo!

BONSAI DA ESTERNO In questo periodo, freddissimo, c’è ben poco da fare per i bonsai da esterno. E’ fondamentale proteggerli dal freddo e dal maltempo, magari sistemandoli in una serra fredda o ricavando loro un riparo adeguato. Ecco alcune idee. Se non avete spazi particolari, è sufficiente coprire un bonsai con un foglio di plastica trasparente, in grado di difenderlo da neve e vento; può essere utile anche sistemarlo in una scatola di cartone o polistirolo, avendo l’accortezza di coprire il vaso che lo contiene, con abbondante paglia. Chi invece possiede un orto o un giardino, interri il vaso sino alla parte superiore: in questo modo verranno protette le radici del bonsai, parte delicatissima della pianta. Innaffiarli ogni volta che il terreno sarà secco in superficie, e nelle ore più calde della giornata. Il Bonsai, è un miscuglio di natura e cultura, è nato in Oriente circa 2000 anni fa ed è giunto in Occidente solo nel 1900. Il paese di origine è probabilmente la Cina, ma è molto difficile ricostruirne una storia precisa, in quanto la cultura e la tradizione orientale sono tramandate solo per via orale; è solo a partire dal 1600 che la coltivazione del Bonsai divenne molto popolare in Cina ed ebbero origine differenti stili di coltivazione, dovuti anche alle diverse localizzazioni geografiche delle varie scuole. Nel periodo intorno al 1200 l’arte del Bonsai giunse anche in Giappone, dove si stava diffondendo il Buddismo Zen e dove il Bonsai venne portato dai monaci buddisti, che usavano l’arte del Bonsai per illustrare simbolicamente alcune verità filosofiche. La prima comparsa del Bonsai in Europa risale al 1878 quando venne esposto in una mostra a Parigi; nei primi anni del 1900 il Bonsai fece la sua comparsa anche in America, ma furono solo sporadiche apparizioni, perché il Bonsai si diffuse maggiormente nei paesi occidentali solo dopo la seconda guerra mondiale. La parola Bonsai deriva dall’unione di due ideogrammi, uguali sia in cinese che in giapponese, Bon (vaso) e Sai (pianta), ma la definizione di pianta in vaso è decisamente generica; infatti con il termine Bonsai si intende una specie arborea artisticamente coltivata in vaso. In primo luogo il Bonsai è un albero e come tale mantiene inalterate tutte le funzioni tipiche degli alberi in natura; l’unica differenza con questi ultimi sta nelle dimensioni ridotte, per il resto il Bonsai è un albero a tutti gli effetti. I primi Bonsai erano alberelli trovati in natura, che per condizioni metereologiche avverse avevano una crescita miniaturizzata; il Bonsai cinese è piuttosto contorto, mentre quello giapponese è più armonico ed ha un aspetto più gradevole. L’arte del Bonsai non è quella di inserire un albero nano in un vaso, ma è quella di creare una composizione di forme armoniche tra loro, affinchè un albero di dimensioni ridotte non sia solo bello esteticamente, ma diventi la visione in miniatura di un grande e vetusto esemplare. Scopo principale della tecnica Bonsai è quella di far sembrare la pianta più anziana di quello che è, ciò è possibile solo grazie alle sapienti cure e alle potature di diversi anni, che permettono al Bonsai di assumere le caratteristiche di un vecchio albero e contemporaneamente quelle di una giovane pianta. Nel corso del tempo, in Oriente sono stati creati vari stili in base ai quali formare i Bonsai. Lo stile più semplice è lo ‘yamadori’ e consiste nel far crescere gli alberi in modo assolutamente naturale, escluse le dimensioni; cinque sono gli stili principali: l’eretto formale, l’eretto informale, l’inclinato, il semi cascata e il cascata. I Bonsai da fiore sono piante latifoglie, sia decidue che sempre verdi, apprezzate per la nota di colore che danno con la loro fioritura. I giapponesi preferiscono le fioriture copiose e di breve durata, in quanto ciò rispecchia il loro concetto filosofico estetico della bellezza apprezzata perché effimera. Alcuni tra i Bonsai da fiore sono: la serissa, la carmona, il glicine, il pesco, la magnolia, il lillà, il gelsomino, il biancospino, la forsizia, la camelia e l’azalea.

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