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Girasole e’ il nome con cui oggi viene chiamato, ma quando inizio’ la diffusione in Europa furono usati tanti altri nomi: sole indiano, fior di sole, gigante indiano o corona del sole. Tutti questi nomi evidenziano la natura particolare del girasole e il suo stretto legame con il sole appunto. Introdotto all’inizio del 1500 in Spagna si tratta di una pianta originaria del Peru’ che si diffuse velocemente come specie ornamentale. A dimostrazione di questo c’e’ da segnalare che fu anche utilizzato dalla famiglia dei Gonzaga di Mantova come simbolo del casato, e addirittura fu coniata una moneta che raffigurava il girasole. Verso la fine del 1600 iniziano le notizie che segnalano non piu’ solo l’uso decorativo per i giardini, ma anche possibili usi diversi. Nel settecento infatti in Francia, nella Germania meridionale e in Russia, il girasole esce dai giardini e inizia a entrare negli orti, benche’ il suo consumo rimanesse a livello familiare o al piccolo commercio locale. L’utilizzo dell’olio di semi di girasole inizia piano piano ad affermarsi e nel 1820 nella Russia Europea meridionale nasce quello che puo’ essere definito il primo moderno impianto di produzione. Dal quel momento la coltivazione si allarga e diventa intensiva, non solo per la produzione dell’olio, ma anche di foraggio, fibra e combustibile. Infatti del girasole si utilizzano i semi, gli steli e le foglie verdi. L’olio ottenuto non serve solo come olio alimentare, ma anche per cosmetici, saponi, vernici; i fiori sono utilizzati per tinture, mentre le foglie per il foraggio. Si tratta pero’ di una coltura che nescessita di terreni molto fertili e che alla fine della stagione non e’ possibile ripetere proprio per il largo prelievo che fa il girasole delle sostanze nutrienti. Ma l’utilita’ di questa pianta non deve far dimenticare la sua bellezza, un fiore che tutt’oggi non stona nei giardini e nei salotti dove porta solarita’ e bellezza.